L'angolo del Fisioterapista: DISTORSIONE CAVIGLIA

27.11.2018

Il nostro fisioterapista, ci spiega le dinamiche di una delle casistiche d'infortunio più frequenti

La distorsione della caviglia

"Una caviglia lesa e instabile rappresenta il presupposto di distorsioni recidivanti, si comprende quindi l'importanza di una buona rieducazione dopo un episodio distorsivo"

La distorsione alla caviglia è il più frequente trauma muscolo-scheletrico dell'arto inferiore. Gli sport dove questo trauma è più frequente, in ordine crescente, sono: pallavolo (56%), basket (55%), calcio (51%)e la corsa di resistenza (40%). Nella distorsione alla caviglia quasi sempre rimane un dolore residuo abbastanza significativo che comporta una limitazione funzionale. Anche dopo che il trauma è stato curato si ha una percentuale variabile di pazienti, che va dal 10% al 30%, che lamentano una sintomatologia cronica caratterizzata da sinoviti, tendinopatie, rigidità, aumento di volume, dolore ed insufficienza muscolare, associati o meno ad instabilità del collo del piede con difficoltà a deambulare su terreni irregolari o episodi distorsivi recidivanti, a prescindere dal trattamento dell'episodio acuto. Questo avviene perché il danno del trauma distorsivo non avviene solo a carico del tessuto legamentoso, ma anche del tessuto nervoso e muscolo-tendineo, intorno al complesso della caviglia.

Il tempo necessario per il recupero funzionale completo, qualunque sia il trattamento riservato al paziente (chirurgico o conservativo), varia dalle 3 alle 5 settimane; il tempo necessario prima di tornare al lavoro varia dalle 4 alle 7 settimane; e prima che il paziente possa ritornare alla pratica sportiva occorrono 10 settimane. I tempi di recupero, di solito, negli sportivi professionisti sono più corti perché il tempo riservato alla riabilitazione è molto maggiore rispetto ad esempio ad uno sportivo amatoriale.

I traumi distorsivi possono essere acuti (in seguito ad urti, contrasti, scontri o improvvisi cambi di direzione) o cronici (dopo carichi notevoli e prolungati).La distorsione è la perdita momentanea ed incompleta dei rapporti articolari fra due capi ossei.

Classificazione

Grado 0: tilt astragalico inferiore a 8°, non rotture legamentose;

Grado 1: tilt astragalico (10°-20°), rottura legamento peroneo- astragalico anteriore;

Grado 2: tilt astragalico (20°-30°), rottura legamento peroneo- astragalico anteriore e peroneo calcaneare;

Grado 3: tilt astragalico superiore a 30°, rottura di tre legamenti

Sintomi

  • Dolore vivo, localizzato a livello della zona anteriore del malleolo peroneale, che insorge durante la palpazione; 
  • Tumefazione modesta o cospicua a livello periarticolare ed articolare, segno della rottura della piccola arteriola passante al di sopra del legamento peroneo-astragalico anteriore; 
  • Limitazione funzionale causata dal dolore che il paziente avverte durante i movimenti dell'articolazione;
  • Instabilità dell' articolazione tibio-tarsica

È diviso in 3 fasi:

FASE ACUTA

Il protocollo più accreditato per le lesioni acute è il P.R.I.C.E. Protection Rest Ice Compression Elevation   In fase acuta gli obiettivi sono:   a) L'immobilizzazione;   b) Diminuzione degli "irritanti chimici" che causano dolore e favoriscono la "stasi tissutale" (ovvero l'edema);   c) La prevenzione di ulteriori sollecitazioni meccaniche della struttura lesa.

FASE SUBACUTA

In fase sub-acuta lo scopo del trattamento è quello di sottoporre il tessuto leso ad una serie di sollecitazioni meccaniche, utili per promuovere l'orientamento fisiologico delle fibre collagene.   Gli obbiettivi in questa fase sono: a) L'eliminazione del dolore; b) Il recupero della particolarità; c) L'eliminazione dello spasmo muscolare; d) L'eliminazione dell'edema; e) Il recupero della forza muscolare.   Per raggiungere questi obbiettivi si utilizzano massaggi, terapie fisiche, tecniche di mobilizzazione e la cinesiterapia.

FASE DI RIEDUCAZIONE FUNZIONALE

Nella fase di rieducazione funzionale si mira al:   a) Recupero della propriocettività;   b) Recupero della forza; c) Prevenzione delle recidive. 

IL BENDAGGIO FUNZIONALE previene l'insorgere di ricadute o recidive quando si riprende l'attività motoria; evita i danni di una prolungata immobilizzazione o inattività funzionale;   riduce i tempi di recupero

Qualora si riporti una distorsione alla caviglia in luoghi avversi, lontano da possibili soccorsi, è bene non togliersi la scarpa per esaminare la lesione. Il conseguente dolore associato a gonfiore potrebbe infatti ostacolare il reinserimento del piede nella scarpa.

La prossima settimana, con Gianluca Frolli, tratteremo la fase pratica del recupero da questo infortunio.

 

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